poesie

Confini di Sangue di Giovanni Barchetta

Si combatte, perché? Per una linea tracciata,
fragile come polvere, su una mappa disegnata.
Mani d’uomo, freddo compasso,
dettano vite tra il grido e il passo.

Territori segnati come merce,
terre divise da fiumi e percosse.
E l’aria che brucia di ferro e dolore,
è il canto amaro del nostro errore.

Eppure, sotto quei cieli divisi,
battono cuori nei petti assisi.
Uguaglianza ignorata, come sabbia nel vento,
schiacciata dal peso di un falso argomento.

Il potere è specchio che riflette il vuoto,
egocentrico abisso che il cuore ha corrotto.
E mentre la guerra si nutre di fuoco,
la terra piange in un silenzio mai poco.

Si combatte per terre che non sono di alcuno,
per orgoglio, per rabbia, per un Dio digiuno.
Ma sotto quei confini che sembrano eterni,
la natura ride di noi, moderni.

Perché? Perché è l’uomo la bestia e il padrone,
re senza corona, schiavo d’ambizione.
E nei campi di guerra che noi coltiviamo,
crescono i semi di ciò che amiamo.

Forse un giorno, un tratto di mano,
non dividerà più l’essere umano.
Ma oggi si combatte, per un confine disegnato,
da un dio che l’uomo ha inventato.

di Giovanni Barchetta

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